domenica 21 dicembre 2014

Vegan, oltre l'alimentazione

Quando si dice VEGAN si pensa a qualcuno che non mangia cibi di origine animale, ma essere vegan è decisamente molto di più, essere vegan è una scelta di vita, che va ben oltre l'alimentazione.


La motivazione principale della scelta vegan resta sempre quella etica, dettata dalla compassione e dal rispetto per tutti gli esseri viventi e per l'intero Pianeta.
Chi è vegan è antispecista, crede cioè che ogni essere senziente, di ogni specie, abbia uguali diritti esistenziali in quanto capace di "sentire", provare piacere e dolore e intrattenere rapporti sociali al pari di un essere umano.
Chi è vegan pensa che non esistano specie superiori e inferiori, così come non esistono razze umane superiori e inferiori.
Per queste ragioni, chi ha fatto la consapevole scelta vegan, oltre a non cibarsi di prodotti di origine animale come la carne, il pesce, il latte, le uova e il miele, è anche contro la sperimentazione animale e gli spettacoli con animali e non utilizza prodotti di origine animale neanche in altri ambiti della propria vita.
Scegliere vegan, infatti significa anche non utilizzare pelle, pellicce, lana, seta e piume, tutti prodotti che comportano sofferenza e morte di moltissimi animali.
Ma vediamo cosa si cela dietro la produzione di questi prodotti.

Le pellicce
Una delle cose che non sono mai riuscita a capire sono le signore che si vedono per strada tutte impellicciate che portano a passeggio il proprio cane ... ma come è possibile amare il proprio cane e non rendersi conto che per fare la pelliccia che si porta addosso sono stati uccisi tantissimi animali simili a lui?
La pelliccia è evidente che sia costituita di animali uccisi, ma spesso le persone non sembrano essere consapevoli che anche un giaccone bordato di pelo sul cappuccio o sui polsini è fatto sempre con animali (spesso scuoiati ancora vivi!) e la maggior parte delle volte sono cani e gatti, proprio come quelli che amiamo e coccoliamo a casa nostra!
Gli animali utilizzati per le pellicce vengono allevati in gabbie piccolissime, isolati dai loro simili e alimentati con composti chimici e farmacologici che permettono solo di tenerli in vita il tempo necessario perchè la loro pelliccia sia utilizzabile.
Le condizioni di vita di questi poveri animali sono talmente terribili che spesso hanno comportamenti ossessivi o autolesionisti, aumento dell'aggressività, paura, apatia.
L'uccisione generalmente viene effettuata con l'elettricità, vengono inseriti negli animali due elettrodi, uno nell'ano e uno in bocca e trattenuti con delle pinze finchè la scarica elettrica non li ha uccisi.
Tanti sono anche gli animali uccisi in libertà, nei boschi, con l'utilizzo delle tagliole. Gli animali, feriti e doloranti, restano intrappolati anche per una settimana, in attesa che il cacciatore arrivi ad ucciderli.
Altri animali in libertà, cacciati per le pellicce sono le foche. I piccoli vengono uccisi a bastonate in testa e scuoiati davanti alle loro madri, alle quali resta solo il cadavere sanguinante del loro piccolo!
Per capire quanta sofferenza c'è dietro ogni singola pelliccia basti pensare che per confezionarne una occorrono circa 20 castori, 30/40 volpi, 4/5 lupi e 40/50 visoni!
Inoltre la maggior parte degli inserti di pelliccia dei capi di abbigliamento proviene dalla Cina, dove i diritti degli animali sono inesistenti e le specie più utilizzate sono proprio cani e gatti, allevati appositamente e scuoiati vivi.


Video che riporta un reportage ottenuto grazie a un' investigazione sotto copertura di Animal Defenders International, che rivela le orribili condizioni in cui sono tenuti gli animali in 30 allevamenti in Finlandia, uno dei maggiori produttori di pellicce in Europa (un esempio tipico, perché TUTTI  gli allevamenti sono uguali, in tutto il mondo).

La pelle
Scarpe, borse, portafogli, giubbotti, divani...tantissimi sono i prodotti realizzati in pelle e cuoio e per produrli moltissimi animali vengono uccisi e scuoiati.
La pelle viene generalmente considerata un sottoprodotto dell’industria della carne e del latte, ma giudicando dall’enorme giro d’affari che essa muove non puo’ essere certo definito un prodotto di secondaria importanza. Se si smettesse di mangiare la carne di animali la loro pelle non sarebbe disponibile per farne scarpe, borse, divani. Ma se si smettesse di usare la pelle il mercato della carne ne risentirebbe. L’unico modo per rompere questo ciclo di sofferenza è di smettere di mangiare carne e di usare pelle.
Esistono svariate alternative alla pelle e al cuoio, tra cui la lorica, l'alcantara e la pelle vegetale. 

Video tratto dal documentario Earthlings 
Scarpe, giacche, cinture, borse, pelletteria, ecc, ecc, ecc... Qual è il vero prezzo per tutto ciò?

Le piume
Proprio recentemente la trasmissione televisiva "Report" ha reso di dominio pubblico gli insanguinati retroscena dell'industria delle piume. I giubbotti imbottiti di piume non sono però gli unici a causare sofferenza alle povere oche, purtroppo molti sono i capi di abbigliamento e d'arredamento che utilizzano piumino d'oca, come piumoni da letto e cuscini.
La pratica dolorosa e traumatica dello spiumaggio delle oche inizia a otto settimane di età e viene ripetuta ogni due mesi. L'oca viene immobilizzata e le piume vengono strappate, ovviamente senza alcun tipo di anestesia e insieme alle piume, spesso vengono via anche pezzi di pelle.
Dopo tre o quattro spiumaggi, l'oca viene destinata ad un periodo di alimentazione forzata per la produzione del foie gras, oppure uccisa direttamente.
Per riempire un piumino occorrono le piume di circa 75 oche. 
Solitamente questi animali vengono uccisi entro il primo anno di vita, mentre in libertà vivrebbero 10 o 15 anni.
Le alternative etiche sono tante e valide, tra queste il fibrefil, il biosoft ricavato dal mais, l'hollifill, il lyocell ricavato dalla cellulosa. 

Video che mostra la crudele pratica dello spiumaggio delle oche.
La chiamano "imbottitura", il vero nome è TORTURA.  

La lana
Le pecore allevate per la produzione della lana vengono selezionate affinchè abbiano velli sempre più folti, il che può portare in estate a colpi di calore anche mortali e in inverno invece, dopo la tosatura, molte pecore muoiono per il freddo.
La maggior parte della lana commercializzata al mondo proviene da enormi allevamenti intensivi del Sud America e dell'Australia, dove gli animali subiscono innumerevoli sevizie. I maschi vengono castrati con il metodo dell'elastico e a tutti viene praticato il mulesing, che consiste nel bloccare l’animale con delle barre di metallo e tagliare lembi di carne viva dall'area perianale, inclusa la coda, lasciando così la carne viva e sanguinante. In questo modo si evita che la pecora sporchi il suo vello con gli escrementi o che le mosche depositino le loro uova tra la lana. Il tutto si svolge senza alcun tipo di anestesia e con l’uso di cesoie da giardinaggio, sebbene esistano dei metodi di controllo ben più miti. Molti animali non riescono a sopportare tali sofferenze e muoiono a causa di infezioni.
Inoltre, al giorno d'oggi ormai la tosatura è quasi totalmente automatizzata con misure standard. Spesso le lame, che tagliano tutta la lana in pochissimi minuti, nel caso di pecore fuori misura, tagliano anche la carne e anche in questi casi molte muoiono per le infezioni.
La vita di questi poveri animali non dura comunque più di quattro anni, perchè trascorso questo periodo, la lana cresce più lentamente e quindi, non più redditizi, vengono mandati al macello.
La lana può essere sostituita da tessuti altrettanto caldi come il pile, il velluto, la ciniglia, il cotone felpato, la spugna di cotone e il cotone invernale, nella cui trama si trovano microscopiche camere d'aria che isolano dal freddo.

 Video girato per l'investigazione sul trattamento riservato alle pecore nelle stalle di Stati Uniti e Australia, dove si produce il 90% di lana merinos al mondo. L'inchiesta sotto copertura della Peta ha preso in esame 19 allevamenti australiani e 14 fattorie in Wyoming, Colorado e Nebraska. Con i risultati che si possono vedere: i tosatori picchiano gli animali, ad uno spezzano il collo, ad un altro mettono le dita negli occhi, ad un altro ancora tagliano l'orecchio, Le ferite provocate dalla tosatura sono ricucite senza anestesia

La seta
Quando pensiamo alla seta immaginiamo bellissimi abiti, abbigliamento intimo delicato e arredi sontuosi, ma quello che non immaginiamo è che i bachi vivi vengono immersi in enormi vasche di acqua bollente.
La seta deriva dal bozzolo creato dal baco, che al suo interno si trasforma in farfalla. Per impedire che il baco possa uscire dal bozzolo mangiando la parete e quindi rompendo i fili di seta, le larve sono uccise con l’ebollizione, prima che completino la loro metamorfosi e si trasformino in farfalle.
Occorrono 1500 bachi per fare 100 grammi di seta. 
Esiste una seta indiana, chiamata Ahimsa silk, che viene ricavata da bozzoli in cui si consente alla larva di trasformarsi in farfalla. Ma anche se non causa la morte, si tratta sempre di una pratica che comporta l’addomesticamento e l’allevamento di falene adulte che, non essendo in grado di volare, perché i loro corpi sono troppo grandi, hanno come unica via d’uscita dai loro bozzoli la rottura e la masticazione di parti di essi. In questo modo la filatura diventa molto difficile e il filo che si ricava è più spesso e irregolare e rende la seta meno morbida. Questo tipo di seta è molto difficile da trovare ed è molto costosa proprio per la sua difficoltosa filatura.
Per chi è amante della seta una valida alternativa è The Peace Silk, una seta proposta dal commercio equo e solidale che viene lavorata a mano in India. Questa seta animal-friendly permette alle falene di vivere libere e dopo lo sfarfallamento i bozzoli abbandonati possono essere utilizzati per la filatura senza che nessuno debba essere tenuto in cattività. Ovviamente anche questo tipo di lavorazione è molto laborioso e, conseguentemente, costoso.
La produzione della seta ha molto in comune con i moderni allevamenti di animali, il baco da seta è considerato come un oggetto che viene eliminato dopo aver svolto il suo compito e quello che conta è solo il profitto, per cui il fatto che il baco e le farfalle siano esseri viventi diventa assolutamente irrilevante. 
La seta è un prodotto cruento ed è perfettamente sostituibile con fibre vegetali o sintetiche come la viscosa, il rayon o il raso di cotone.

Ecco quindi perchè chi ama veramente gli animali ed è sensibile alle tematiche antispeciste sceglie vegan, oltre l'alimentazione!


Visto che questo sarà il mio ultimo post prima di Natale, approfitto per farvi gli auguri......che sia un Natale di pace, per TUTTI......oltre le specie!



Per chi volesse approfondire:
Agire ora
Lav
Progetto vivere vegan
Essere Animali
Oltre la specie 
La vera Bestia

23 commenti:

  1. E' da quando abbiamo parlato su un'altro tuo post riguardante l'esser veg che mi guardo dall'esterno e mi vergogno...perche' ricordo quel che ti ho scritto e penso di averci messo pensieri poco sensibili sopratutto verso una persona come te Vegana 100%.
    Come ripeto, io non lo sono...sono nel mio personale cammino, molto condivido su cio' che eticamente fa un vegano: sono contro le pelliccie, mi hai aperto gli occhi sulla lana (che gia' mi crea prurito, ora so perche' non acquistarla) e la seta ed anche le piume, cerco di non acquistare prodotti non sperimentati su animali (cerco perche' quando vai ad acquistare diventa un vero e proprio lavoro stare a guardare tutte le etichette).
    Acquisto si' latticini, uova, e carne (io ne mangio veramente pochi al mese, il mio compagno e' stato abituato diversamente) ma stando attenta al rispetto per le varie specie...anche se vado a pagare di piu'.
    Comunque rispetto la tua nobile scelta e per questo mi scuso se le mie scelte possono sembrare cattive nei confronti delle altre specie.
    Buona Feste Serena! Che il mondo sia sempre piu' sensibile!
    Un abbraccio
    Roby

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho anche sbagliato...errata corrige, niente apostrofo tra un e altro! :D

      Elimina
    2. Ma figurati, Roby.....non c'è nulla di cui vergognarsi! Come ho già detto, ognuno ha i suoi tempi....io stessa ho mangiato carne e prodotti animali ed ho utilizzato pelle, piume, lana per 42 anni! Semplicemente prima, pur amando da sempre gli animali, non ero pronta per questo"passo" e quindi non ero in grado di rendermi realmente conto "visceralmente" della realtà....poi all'improvviso qualcosa è scattato in me e tutto è stato chiaro.
      So che tu sei una persona sensibile e che sei comunque nel tuo personale "cammino".....so che arriverà anche per te il momento per altre scelte, quando sarà il tuo tempo.....
      L'importante, a mio parere, è informarsi e poi tutto verrà da sè, al momento giusto. I sensi di colpa non servono mai a nulla e a nessuno....
      Grazie cara, buone feste anche a te!
      Serena

      Elimina
    3. I sensi di colpa arrivano quando sai che qualcosa è sbagliato ma lo fai, perchè la carne la mangiano gli altri compenti della famiglia, mangiano formaggi e derivati animali mentre io sto riducendo al minimo....e mi trovo a far la spesa con i sensi di colpa!
      Ti ringrazio per le tue parole, poco c'è da fare, devo soltanto trovare la via di mezzo che metta in pace me stessa :)
      Ancora buon fine anno ed inizio nuovo!
      Roby

      Elimina
  2. Grazie per questo post che mi ha fatto molto riflettere….amare gli animali e la natura vuol dire rispetto per ogni forma di vita e spesso noi, consapevolmente o no, non lo facciamo….
    Ricambio di cuore gli auguri, un abbraccio!
    Carmen

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Carmen, grazie a te per averlo letto!
      Un caro abbraccio anche a te!
      Buona domenica
      Serena

      Elimina
  3. Ciao Serena, i tuoi post spesso mi fanno quasi piangere.
    Ma sempre, e dico sempre, mi fanno riflettere; e per questo ti ringrazio.
    Devo dire che, come sai, non sono vegan per quanto riguarda l'alimentazione, anche se mangio raramente la carne; in ogni caso non è una scelta che mi sento pronta ad abbracciare, almeno per ora.
    Per tutto il resto, non ho mai amato le pellicce, né le ho mai possedute.
    Ho un giubboto di pelle, che risale e decenni fa e che non uso da altrettanto tempo.... e dopo quanto ho letto non lo userò mai più.
    Sulle piume d'oca non sapevo nulla dell'orrore con il quale sono ricavate, fino a pochissimo tempo fa: purtroppo ho dei piumini che non mi faranno più dormire tranquilla e che appena possibile sostituirò.
    Non pensavo nemmeno che la produzione della lana fosse così cruenta; per fortuna preferisco lavorare con quella acrilica.... fino ad ora grazie al suo prezzo contenuto... adesso ho molti altri motivi per preferirla.
    E la seta? Per fortuna credo di non avere nulla, e adesso so che mai ce l'avrò.
    Grazie Serena per la condivisione di queste informazioni, che non credo siano alla portata di tutti; almeno, non di coloro che le vanno a cercare consapevolmente, come fai tu.
    Ti auguro una buona domenica. =)
    Dani

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te, Dani, per leggere i miei post e per lasciare sempre commenti ricchi di sensibilità e onestà!
      Infatti spesso il problema è il non sapere cosa c'è dietro la produzione di ogni singolo bene di consumo......fortunatamente ultimamente anche i media cominciano ad occuparsi di informare su queste realtà.
      Ovviamente l'industria che produce questi beni non ha alcun interesse a divulgare informazioni su come vengono prodotti, altrimenti molti non li comprerebbero! Perciò sta sempre a noi andare a cercarci le informazioni, per poter fare scelte consapevoli.....purtroppo il nostro sistema consumistico e basato solo sul profitto ha tutto l'interesse a tenerci nell'ignoranza....
      Buonissima domenica anche a te :-)
      Serena

      Elimina
  4. Pienamente d'accordo! Per me, soprattuto vegan significa pace e giustizia.
    Ciao, buona domenica
    Serena

    RispondiElimina
  5. Grazie di cuore cara Serena per queste notizie che non conoscevo!
    E grazie per la passione con cui le condividi!
    Non sono vegana ma riflettere sulla crudeltà che usiamo spesso per ottenere ciò che usiamo mi fa bene.
    Grazie anche per gli auguri che ricambio di cuore.
    Un abbraccio Maria
    P.S. I tuoi saponi sono stati "fumati". Sono andati a ruba appena ne ho parlato alle amiche. Grazie ancora di cuore per la tua generosità. E i miei mi danno ogni giorno nuove "coccole".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te!
      Sono molto felice che i miei saponi siano piaciuti e che abbiano potuto essere utili alla tua causa, oltre che coccolarti personalmente :-)
      Un caro abbraccio e ancora tanti auguri per un sereno Natale.
      Serena

      Elimina
  6. Un post su cui riflettere, interessante e ben fatto. Grazie per la condivisione!
    Buone festività, a presto.
    Annarita

    RispondiElimina
  7. Grazie Serena per aver aperto una porticina sullo sfruttamento degli animali e aver permesso che i tuoi lettori abbiano potuto dare uno sguardo, doloroso ma necessario.

    Un abbraccio e tanti auguri!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te, Rita, che sei davvero attiva sul fronte della difesa degli animali!
      Già, vedere la realtà dello sfruttamento animale è doloroso ma indispensabile per fare scelte consapevoli.
      A presto
      Serena

      Elimina
  8. Ciao Serena, i tuoi post sono sempre l'inizio di riflessioni fondamentali! Mi sconvolgo sempre nel pensare a cosa abbia portato il cosiddetto progresso dell'uomo: nuovi modi di sfruttamento e tortura! Come al solito non conoscevo tutte le informazioni che hai riportato e per questo ti ringrazio! Ammetto di usare ancora un po' di lana:ho dei maglioni vintage che ho preso quando ero ancora vegetariana (se non onnivora), delle sciarpe fatte da mia mamma e una copertina fatta da mia nonna di cui non mi sento di disfarmi! In questo periodo sto boicottando qualsiasi negozio, quindi il problema di cosa comprare di nuovo ora non si pone, ma mi hai dato molte alternative :-) Tu hai mai provato il cotone invernale? Sai se è abbastanza diffuso nei negozi?
    Grazie mille, buonanotte :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Manu, grazie!
      Già, purtroppo spesso il progresso dell'uomo, anzichè migliorare la vita di tutti, porta nuovi metodi di tortura!
      Anche io ho ancora cose in pelle, lana e piume di prima che diventassi vegana......buttarle non ha senso.....anzi, visto che farle è costato molta sofferenza, ne ho cura più che posso....certo ormai sono 6 anni che non compro più nulla di questo genere, ma ciò che ho non va certo sprecato, proprio in memoria delle vite che sono costate!
      Il cotone invernale è usato anche in alcuni capi "comuni", di marche anche piuttosto conosciute.....
      E' più facile trovare abbigliamento intimo in cotone invernale, ma anche qualche maglione si può trovare...
      Io generalmente in inverno uso le felpe in cotone e per le poche maglie un po' più "eleganti" che uso, opto per il sintetico.
      Ciao Manu, buon Natale ^_^
      Serena

      Elimina
  9. Ciao Serena,

    io che lavoro quasi giornalmente con filati, non posso certo ignorare queste realità. Come la Dani lavoro sopratutto con l'acrilico ed in estate con il cotone, ma d'inverno la lana merinos è molto richiesta e devo ammettere che come filato è uno dei più belli che esiste. Peccato quando poi si pensa a come vengono trattati i animali per ricavarlo :-( Per il prossimo anno spero di trovare un fornitore affidabile di lana biologica, che viene prodotta nei rispetti degli animali senza ferirli e farli soffrire.
    Buon anno e buone feste Serena!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Lisa,
      purtroppo la lana merinos è proprio la più cruenta, arriva dai grandi allevamenti dell'Australia......
      Non credo ci sia una maniera certa di avere lana cruelty free....a meno che di avere una pecora e tosarla di persona, a mano, in primavera!
      Ti auguro comunque di trovare la soluzione migliore.....
      Buone feste, un abbraccio
      Serena

      Elimina
  10. Ciao Serena
    i tuoi post sono sempre molto interessanti e mi fanno riflettere tanto.
    Io non sono vegan anche se di carne ne mangio pochissima e di pesce ancora meno.
    Molte delle cose orribili a cui sono costretti gli animali che hai scritto qui nel post non le conoscevo.
    Mi è capitato qualche volta di vedere in tv in trasmissioni come Mela Verde o Linea Verde fattorie dove gli animali (mucche, pecore, maiali, galline, oche, ecc) non vengono maltrattati anche se comunque sono destinati alla produzione di latte, lana, uova, ecc e alla macellazione. Ma forse di fattorie così ne esistono davvero poche.
    Riguardo alle pellicce e ai capi in pelle non ne ho mai avuto e dopo questo post di sicuro non ne comprerò mai.
    Ti confesso che non ho il coraggio di guardare i video che hai condiviso nel post, ho paura di vedere le atroci cattiverie subite dai poveri animali.
    Ho notato che nel blog hai inserito un manifesto (non so se si chiama così) per i botti di Capodanno. Personalmente anch'io odio i botti, mi hanno sempre spaventata fin da piccola. Credo comunque che certa gente che invece li ama non si ferma di fronte a niente, in fondo queste persone non hanno rispetto per la propria vita (ogni anno infatti i botti fanno sempre qualche vittima) figuriamoci se rispettano la vita degli altri o degli animali :(
    Infine per concludere questo mio lungo commento ti volevo chiedere due cose riguardo all'alimentazione... magari possono essere gli argomenti per due prossimi post.
    1) L'alimentazione vegana nei bambini... dallo svezzamento in poi. Noi mamme siamo abituate a dare ai nostri figli gli omogeneizzati di carne o di pesce quando sono piccolissimi per poi sostituirli con la carne o il pesce freschi. Esistono anche dei prodotti vegan per i più piccoli?
    2) Sia sul tuo blog che su altri vegetariani mi è capitato di leggere che eliminando "gli animali" dal menu si mangia meglio. Tu cosa prepari di solito? Potresti pubblicare un menu settimanale con un elenco di primi, secondi, contorni e perché no anche i dolci :)
    Grazie ancora per le preziose informazioni.
    Ti auguro di trascorrere un sereno Natale con la tua famiglia e che il 2015 sia un anno migliore per tutti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Iole,
      purtroppo non esistono fattorie che non provochino sofferenza e morte, anche quando gli animali non vengono particolarmente maltrattati.....le fattorie sono comunque gestite a scopo di lucro (oltre al fatto che per produrre carne gli animali devono necessariamente morire) e quindi, anche il buon contadino che alleva le mucche da latte o le pecore per la lana o le galline per le uova, ha come prima priorità il guadagno e quindi poco gli importa la sofferenza (anche solo psicologica) degli animali. I media purtroppo mostrano una realtà che non esiste......
      Sì, infatti, purtroppo il problema è proprio che spesso non c'è rispetto per la vita, umana o animale che sia!
      Certo, sì, tanti sono i bimbi vegan....ovviamente per loro c'è bisogno di attenzioni particolari nell' organizzare i pasti, in quanto hanno bisogno di nutrienti specifici, essendo in crescita......ci sono molti validi libri sull'argomento, uno è "Bimbi vegan" di Sandra Hood, poi ideale sarebbe avere un pediatra esperto in svezzamento vegan. Io non ho esperienza personale in quanto, purtroppo, quando mia figlia era piccola non ero vegan, ma dovessi avere un figlio ora sarebbe certamente vegano, per tantissimi motivi, etici e salutistici!
      Bell'idea quella di un post con un menù settimanale vegan ben equilibrato dal punto di vista nutrizionale.....lo preparerò! Anche se in rete ci sono tantissimi validi siti vegan, molto più competenti di me, che danno indicazioni dettagliate validissime!
      Grazie a te, Iole, per gli spunti che mi hai dato ^_^
      Contraccambio di cuore gli auguri per un sereno Natale, a te e a tutti i tuoi cari
      Serena


      Elimina
  11. E' terribile ciò che noi uomini facciamo subire agli animali. Sono sempre stata sensiblile verso di loro, ma ci ho messo molto tempo per diventare consapevole su alcune cose, e credo che nel cammino che sto facendo ci saranno altre cose che mi apriranno gli occhi. I tuoi post sono certa che aiuteranno a divenire più sensibili verso questi esseri che come dici tu hanno tutto il diritto di vivere ed essere felici, e non torturati e massacrati!
    Grazie per ciò che fai... ♥

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Vivy,
      hai ragione, credo anche io che non si finisca mai di aumentare la propria consapevolezza! C'è sempre da imparare e migliorarsi.......tutta la vita!
      Grazie a te che hai scelto di fare questo cammino di consapevolezza e perchè lasci sempre commenti affettuosi ai mei post ^_^
      Un abbraccio
      Serena

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...