martedì 31 dicembre 2013

Auguri per un 2014 consapevole

L'ultimo post del 2013....e lo scrivo per augurare a tutti noi un nuovo anno di pace, serenità, amore, solidarietà, compassione, giustizia, cooperazione, armonia, saggezza, nuove esperienze, nuova conoscenza, crescita spirituale, ma soprattutto consapevolezza.....indispensabile per vivere la vita nella sua totalità!
A tutti noi, per questa fine dell'anno e per questo nuovo inizio, dedico questa bellissima canzone di John Lennon .....e spero che tutti voi vi unirete un giorno ai Sognatori e che il Mondo diventi Uno!


domenica 22 dicembre 2013

Profumare la nostra casa naturalmente

Siamo nel pieno delle festività natalizie e probabilmente trascorremo più tempo a casa in compagnia di parenti ed amici, in un ambiente caldo e accogliente da enfatizzare magari con le fragranze giuste, con profumi caldi e speziati.

In commercio esistono un'infinità di deodoranti per ambienti già pronti, ma si tratta quasi sempre di sostanze chimiche spesso  irritanti, inquinanti e nocive.
Ecco allora come profumare la nostra casa con sostanze naturali, benefiche ed amiche dell'ambiente.

Il modo più semplice ed economico per profumare gli ambienti è quello di utilizzare i prodotti che la Natura ci offre in abbondanza come spezie, erbe, piante aromatiche, fiori e frutti, a seconda dei propri gusti.


Ad esempio le scorze di arance, mandarini e limoni, tagliate a listarelle e appoggiate sui termosifoni emaneranno uno splendido profumo rinvigorente. 


Un altro profumatore naturale è il rosmarino e, chi ha la fortuna di avere il caminetto, può provare a bruciarne qualche rametto per ottenere un profumo rigenerante.


Anche i chiodi di garofano, fatti bollire in un po' d'acqua profumeranno la cucina già in fase di infusione e poi, una volta raffreddato il liquido, si potrà conservarlo, filtrato, in un contenitore spray ed adoperarlo anche in altre stanze. Lo stesso procedimento si può utilizzare per le stecche di cannella, i semi di finocchio ed i fiori di lavanda.

Con spezie, erbe e frutti si possono preparare anche potpourri casalinghi, ad esempio con stecche di cannella, scorze d'arancia, petali di rosa, steli di lavanda, rametti di rosmarino e di salvia, magari potenziandone l'effetto con qualche goccia di olio essenziale.


Gli olii essenziali, oltre a profumare, donano benessere psicofisico. Se ne possono mettere alcune gocce nell'acqua dell'umidificatore del termosifone oppure utilizzando gli appositi bruciaessenze. Con eucalipto e timo si otterrà un effetto balsamico e battericida, con la lavanda un effetto rilassante, arancio e mandarino per sprigionare buonumore e conciliare il sonno,  olio essenziale di incenso per stimolare le difese immunitarie e di menta per armonizzare il sistema nervoso ed alleviare la stanchezza fisica.
Per saperne di più sulle proprietà degli olii essenziali potete leggere qui

 
Possiamo poi cimentarci nella preparazione di un deodorante spray fai da te, semplicemente diluendo gli olii essenziali o le fragranze naturali in alcool a 90° (quello da liquori). Le proporzioni devono essere 90% alcool e 10% olii essenziali e la bottiglietta dovrà essere agitata prima dell'uso. Una buona miscela di olii essenziali può essere quella di lavanda, timo, menta e rosmarino. Oppure eucalipto, limone e rosmarino. O ancora ylang ylang, salvia e palmarosa.

Un altro metodo, per alcuni un po' esotico, per profumare la nostra casa è quello di bruciare dell'incenso naturale. Specifico "naturale" perchè purtroppo la maggior parte dell'incenso in commercio è ottenuto da ingredienti chimici di sintesi, solventi, collanti e coloranti molto dannosi alla nostra salute. L'incenso naturale è ottenuto da erbe macinate, olii essenziali e resine odorose. Si può trovare in commercio sotto forma di bastoncini di bambù essiccati ricoperti da un impasto di polveri vegetali ed olii essenziali, sotto forma di piccoli coni oppure sotto forma di resine e grani. I miei preferiti sono i bastoncini della Ananda Inner Life e nello specifico  questi al profumo di rosa. Oppure potete provare questi  grani di mirra o questi coni di palo santo


Il palo santo (bursera graveolens) è un albero delle coste americane del Pacifico, centro-sud, che viene chiamato così perche fiorisce a Natale. La profumazione del legno di palo santo è dovuta alla permanenza dei legnetti sul terreno per un periodo che va da quattro a dieci anni, durante i quali il legno matura raggiungendo la sua forte profumazione naturale ed i suoi poteri purificanti. Gli alberi di palo santo non vengono tagliati per ricavarne il legno aromatico, ma vengono raccolte solo le parti secche che cadono naturalmente. Bruciare un  legnetto di palo santo è un ottimo rimedio per profumare e purificare l'aria della nostra casa dalle negatività e dagli insetti e per creare una magica atmosfera, soprattutto nel periodo natalizio.
Un altro profuma ambienti totalmente naturale ed ecologico è la  carta d'Eritrea , realizzata con 35 resine ed olii essenziali, interamente a mano. Basta bruciare un listello di carta aromatica d'Eritrea per sprigionare l'inconfondibile e persistente profumo, che oltre ad essere deodorante, è anche disinfettante.

Come abbiamo visto le alternative naturali ed ecologiche ai deodoranti di sintesi non mancano......abbiamo solo l'imbarazzo della scelta!


venerdì 13 dicembre 2013

Torta cioccoarancia

Qualche tempo fa avevo comprato delle scorze d'arancia candite per fare la pastiera vegan.....prima o poi pubblicherò anche quella ricetta, anche se è un po' complessa e richiede molto tempo per la preparazione, ma vale la pena!
.....comunque tornando alle scorze d'arancia candite, me ne erano rimaste un po' e così, per consumarle, ho pensato di farci una torta...con cioccolato e arancia!
Così ho adattato una classica ricetta per la torta vegan al cioccolato, modificando ed aggiungendo alcuni ingredienti...ecco la ricetta:





Ingredienti:
  • 300 gr. di farina di farro integrale
  • 120 gr. di zucchero integrale di canna
  • 2 cucchiaini di bicarbonato di sodio
  • 1 bustina di lievito (cremor tartaro)
  • 30 gr. di cacao amaro
  • 30 gr. di olio di girasole
  • 150 gr. di latte di riso
  • 150 gr. di succo d'arancia (il succo di circa 2 arance)
  • 2 manciate di scorze d'arancia candite
  • 2 manciate di scaglie di cioccolato fondente 
Per prima cosa preriscaldare il forno a 180°.
Unire in una ciotola capiente tutti gli ingredienti secchi, la farina di farro, lo zucchero di canna, il bicarbonato, il lievito, il cacao. Lasciare da parte solo le scorze d'arancia e le scaglie di cioccolato.
Mescolare accuratamente fino ad amalgamare tutti gli ingredienti.




In un boccale capiente unire gli ingredienti liquidi, il latte di riso, il succo d'arancia e l'olio di girasole e mescolare.






Aggiungere gli ingredienti liquidi alla ciotola con gli ingredienti secchi e mescolare con un cucchiaio di legno.
Miscelare fino ad ottenere un impasto cremoso ed omogeneo.



Aggiungere all'impasto anche le scorze d'arancia e le scaglie di cioccolato e mescolare nuovamente. 
Ungere ed infarinare una tortiera e versarci dentro l'impasto.
Infornare a 180° per circa 30 minuti.
Fare la prova stecchino e quando la torta sarà  pronta toglierla dal forno e lasciarla raffreddare. Una volta fredda spolverizzarla con zucchero a velo vegan.
Ed ecco pronta la vostra torta.....le scorzette d'arancia e le scaglie di cioccolato daranno un gusto speciale ad ogni morso!






Con questo post partecipo alla raccolta di ricette "Integralmente" del Blog della Daria




sabato 7 dicembre 2013

Sali da bagno per articolazioni doloranti


E' iniziato il freddo e con l'umidità le nostre articolazioni possono risentirne un po' provocandoci dolore.
E contro il freddo, cosa c'è di meglio di un bel bagno caldo?
Così per scaldarci, rilassarci, curare la nostra pelle ed allo stesso tempo alleviare i dolori articolari, possiamo farci un bel bagno caldo con i sali da bagno all'arnica fai da te.
I sali più indicati da utilizzare sono quelli del Mar Morto, che derivano dall'evaporazione delle particolari acque di questo grande lago salato e che contengono una grande quantità di minerali ed oligoelementi. La concentrazione salina del Mar Morto è di dieci volte superiore a quella di qualunque altro mare ed i principali componenti dei suoi sali sono il magnesio, il sodio, il potassio, il cloro ed il calcio, utili per il metabolismo cellulare, per l'idratazione cutanea e per estrarre le impurità dagli strati più profondi della pelle. I sali del mar morto hanno proprietà drenante e disintossicante, sono utili per contrastare la cellulite e anche come cura per la psoriasi ed altre affezioni della pelle.
Per potenziare l'azione dei sali del Mar Morto,utilizziamo il macerato oleoso di arnica, che ha proprietà antinfiammatorie e rafforza il sistema vascolare, sia arterioso che venoso.
L'amido di mais, aggiunto ai nostri sali, ha funzione detergente, addolcente ed emolliente.
Altro prezioso ingrediente è la curcuma che ha notevoli proprietà cicatrizzanti, antiossidanti e lenitive dei dolori articolari.
Infine non può certo mancare il prezioso aiuto degli olii essenziali...
Quello di eucalipto, dalle proprietà antinfiammatorie e tonificanti del sistema circolatorio, quello di timo, che è un antibiotico naturale ed ha proprietà antireumatiche e lenitive dei dolori articolari, quello di menta dalle proprietà disinfettanti, cicatrizzanti e capace di darci una sferzata di energia!

Ecco quindi la ricetta per creare i nostri sali da bagno...


Ingredienti (per un contenitore da 200 ml):
  • Sali del Mar Morto 140 gr.
  • macerato oleoso di arnica 4,5 gr. 
  • amido di mais 16 gr.
  • curcuma in polvere 1 gr.
  • olio essenziale di eucalipto 2 gr.
  • olio essenziale di menta 2 gr. 
  • olio essenziale di timo 1 gr.


In un recipiente versare il macerato oleoso di arnica, aggiungere gli olii essenziali e miscelare bene.


In un altro contenitore pesare la giusta quantità di sali del mar morto, versarci dentro il macerato d'arnica precedentemente miscelato con gli olii essenziali e mescolare per bene.
Aggiungere anche la curcuma e miscelare fino a che il tutto sia amalgamato.


Aggiungere infine l'amido di mais e miscelare nuovamente il tutto.



Trasferire i sali da bagno così ottenuti nel contenitore prescelto, eventualmente con un imbuto a bocca larga.


Ed ecco pronti i nostri sali da bagno...


Potremo utilizzarne un paio di cucchiai disciolti nell'acqua del nostro bagno rilassante e curativo!

Unica avvertenza: la curcuma macchia leggermente il bordo della vasca, perciò conviene pulirla subito dopo il bagno.

Buon bagno a tutti!



sabato 23 novembre 2013

I cani e i segnali calmanti





Purtroppo ancora tante persone pensano che nell’educazione del cane  sia importante stabilire la propria predominanza su di lui e che sia necessario essere il capobranco, con metodi intimidatori e punitivi, che sottomettano il cane.
Ma ormai da parecchio si è capito che con il metodo “gentile” si possono insegnare al cane i comportamenti graditi e modificare quelli sgraditi con la collaborazione e non con la costrizione.
Il metodo gentile si basa sul “rinforzo positivo”. Ad esempio quando il cane si siede, gli si dà qualcosa di gradito. I bocconcini sono l’informazione iniziale data al cane. Il cane fa qualcosa, scopre che quel certo comportamento è vantaggioso e gli permette di ottenere qualcosa che gli piace e così ripete il comportamento ed è felice di ripeterlo perché ottiene quello che vuole.
Per costruire una relazione serena con il cane è necessario essere la sua guida, la sua base sicura. Sviluppare fiducia ed empatia è fondamentale affinché il vostro cane sia in grado di affidarsi a voi e seguire le vostre indicazioni.

 Maja, Joy e Gea

Conoscere il linguaggio del cane ed essere in grado di comunicare efficacemente con lui è uno degli elementi essenziali per costruire una buona relazione e sviluppare un rapporto di fiducia.
I cani sono animali di branco e usano un linguaggio per comunicare tra loro, che consiste in una serie di segnali che utilizzano la coda, le orecchie, il muso, il corpo con movimenti ed espressioni specifici.
I più importanti segnali sono i “segnali calmanti”, ereditati dai lupi ed usati dai cani per risolvere i conflitti all’interno del branco, calmando se stessi e calmandosi a vicenda. Vengono usati preventivamente, per evitare minacce, placare il nervosismo e la paura. In pratica il cane usa i segnali calmanti per fare amicizia e stare bene con se stesso, con gli altri cani e con gli umani.
Conoscere i segnali calmanti aiuta a capire molto meglio il proprio cane, a sapere come si sente e anche ad interagire con tutti gli altri cani e se li utilizzeremo anche noi, miglioreremo sicuramente il nostro rapporto con loro.
Ecco alcuni di questi segnali:

Girare la testa


La rotazione della testa può essere appena accennata e può essere un movimento veloce della testa da un lato, oppure può essere una rotazione completa e la testa può rimanere girata per un po’. Questo segnale viene utilizzato quando un altro cane si avvicina, magari troppo velocemente e serve a dire all’altro di calmarsi. Infatti se ci si piega in avanti su un cane, soprattutto se non lo si conosce, probabilmente lui girerà la testa di lato, esprimendo disagio. Davanti ad un cane che abbaia o ringhia è bene girare la testa di lato.
Un segnale simile al girare la testa è distogliere lo sguardo. Se un cane viene verso di noi abbaiando o ringhiando, nell’impossibilità di girare la testa, è bene guardare altrove.

Voltarsi di lato o di spalle

Questo è un segnale molto forte utilizzato dai cani per calmare la situazione, ad esempio può essere utilizzato da un cane infastidito dalla troppa esuberanza del compagno di gioco, ad un certo punto voltandosi di lato o dando le spalle . Può essere usato anche da un cane che si vede arrivare incontro velocemente un altro cane, che magari gli ringhia. Se un cane mostra aggressività nei nostri confronti è bene girarsi di lato e se ci salta addosso, magari anche solo per gioco, ma in maniera fastidiosa, basta voltargli le spalle e si fermerà.

Leccarsi il naso

Leccarsi il naso è un altro segnale calmante molto utilizzato nell’approccio tra due cani. Si tratta di un movimento veloce della lingua e nell’interazione con gli umani può essere usato dal cane quando ci si china sopra di lui o lo si abbraccia o si usa un tono irritato per parlargli.

Immobilizzarsi

Quando un cane più grosso si avvicina troppo, annusandolo ovunque, quello più piccolo si immobilizza e non muove più un muscolo, in qualsiasi posizione si trovi.

Camminare e muoversi lentamente

Questo segnale ha un forte effetto calmante e viene messo in pratica rallentando tantissimo ogni movimento. Il cane lo mette in atto, per cercare di calmare la situazione, vedendo un altro cane che non sembra amichevole o quando un umano urla e gesticola. Per evitare di spaventare ulteriormente un cane già impaurito, muoversi sempre lentamente.

Abbassarsi sulle zampe anteriori


Questa specie di inchino di solito è un invito al gioco, ma se il cane resta fermo in questa posizione si tratta di un segnale calmante per fare amicizia, magari con un cane particolarmente nervoso o con un altro animale più grande come ad esempio un cavallo. Imitare questo comportamento per noi umani corrisponde a stirare le braccia verso il basso.

Sedersi

Il solo fatto di sedersi è per il cane un segnale di calma. Il cane può utilizzarlo con un altro cane che lo mette a disagio o con l’umano che lo chiama urlando. Se un cane è diffidente con le persone che arrivano in casa, un’ottima strategia è quella di far sedere gli ospiti.

Sbadigliare


Situazioni stressanti come andare dal veterinario o un litigio famigliare o abbracciare troppo stretto un cane possono metterlo a disagio e provocare lo sbadiglio. Lo sbadiglio è un segnale calmante che possiamo utilizzare anche noi con successo per calmare un cane quando si sente insicuro, impaurito o stressato. Sbadigliando vistosamente potremo tranquillizzare un cane che ha paura di noi, in quanto estranei oppure un cane che, giocando, si è eccitato troppo.

Camminare curvando


I cani di solito non si vanno incontro dritti uno verso l’altro, questo è considerato scortese e quindi cercano di evitarlo. Di solito si avvicinano ad un altro cane descrivendo una curva e questo serve a far sentire l’altro a proprio agio, a far capire che non si hanno cattive intenzioni. Anche noi possiamo utilizzare questo segnale calmante quando abbiamo a che fare con un cane aggressivo o pauroso, andando verso di lui cambiando leggermente direzione per arrivare a lato del cane. Quando ci accorgiamo che il cane è a disagio nell’incontrarci, ad esempio si lecca il naso o gira lo sguardo altrove, basterà andare verso di lui cambiando direzione, distogliendo lo sguardo e curvando per andargli vicino a lato.

Mettersi in mezzo

Quando due individui sono in una situazione di tensione, siano cani o persone o cani e persone, molti cani intervengono mettendosi in mezzo per evitare il conflitto. Molto spesso succede quando due persone ballano o quando si esagera con le effusioni e allora ecco che il cane interviene mettendosi in mezzo. Succede anche quando due cani sono un po’ tesi e si stanno addosso, un altro cane interverrà per calmarli, mettendosi in mezzo. Per noi questo è un segnale calmante facile da usare, ponendoci fisicamente in mezzo tra il cane e ciò che lo turba e gli provoca nervosismo e disagio.

Questi e anche molti altri come schioccare le labbra, alzare una zampa o leccarsi le facce sono i segnali calmanti più utilizzati dai cani. Esistono anche altri segnali e alcuni sono di minaccia come fissare negli occhi, camminare dritti verso qualcuno, sovrastare l’altro, mostrare i denti, abbaiare e ringhiare. Sapere questo ci aiuta a capire come relazionarci meglio con i cani, ad esempio possiamo capire meglio perché non è bene avvicinarsi ad un cane che non si conosce andando dritto verso di lui, fissandolo negli occhi ed abbassandosi verso di lui dall’alto, sovrastandolo!
Esercitandoci ad osservare il nostro e gli altri cani potremo individuare  sempre di più i segnali con i quali comunicano ed imparare il loro linguaggio. Dedicando un po’ di tempo all’osservazione saremo in grado di cogliere sempre più segnali ed impareremo anche come poterli usare noi stessi per avvicinarci sempre più alla perfetta relazione uomo-cane. I cani hanno una straordinaria abilità nel risolvere i conflitti e nell’aiutare gli altri a comportarsi bene. I cani sono eccezionali in materia di comunicazione e cooperazione, abbiamo molto da imparare da loro.


I segnali calmanti sono stati studiati, alla fine degli anni 80, da Turid Rugaas, fondatrice e dirigente di un importante centro di educazione cinofila in Norvegia.


Il suo lavoro è orientato alla ricerca e allo sviluppo dei suoi metodi di training applicati all’educazione di base del cane, all’attività agonistica ed all’educazione dei cani da salvataggio. Turid Rugaas è richiestissima in tutto il mondo per corsi e conferenze sul suo metodo di educazione e addestramento “gentile” del cane.
Uno dei suoi libri, tra i best seller del settore specifico, è “L’intesa con il cane: I segnali calmanti” edito da Haqihana, dal quale ho tratto questo post e che vi consiglio di leggere per gli approfondimenti. 

                                L'intesa con il cane: I segnali calmanti

mercoledì 20 novembre 2013

Conoceme, un nuovo premio

Qualche giorno fa ho ricevuto da Jessica di Creationyume un nuovo premio con una grafica molto carina



Ringrazio moltissimo Jessica per aver pensato a me! E' sempre un piacere sapere che quello in cui credi e al quale dedichi il tuo tempo per scriverne sul blog, venga apprezzato!
Jessica crea oggetti molto carini, tra cui orecchini e ciondoli in rame molto particolari......visitate il suo blog!
Come tutti gli altri premi, anche questo ha lo scopo di dare maggior visibilità a blog meritevoli ma ancora poco visitati. Però, diversamente dagli altri, questo ha un vantaggio in più.....non ci sono complicatissime ed impegnative regole da seguire! Soltanto riassegnare il premio ad altri 14 blog!
E' quindi con piacere che riassegno questo premio ad alcuni blog (mmm...un po' meno di 14...) che ho "incontrato" ultimamente e che mi piacciono molto:

Vegan: Tanti amici con l'insalata
Arte in legno
Mamma, vieni!
Barucca di una zucca
Creazioni in bottega 
Il gufo sul comò 
Altro che insalata
Cosmesi Bio e Natura 
  
Visitateli, meritano!
A presto



sabato 16 novembre 2013

Torta ai corbezzoli


Ho ricevuto in regalo dei corbezzoli appena colti dalla pianta e, insieme a loro, la ricetta per farne una torta. La ricetta che mi è stata data prevede l'uso delle uova, ma io le ho facilmente sostituite con una banana.
...ecco il risultato...


...ed ecco la ricetta...

Ingredienti:
  • 200 gr. di farina 0
  • 30 gr. di amido di mais
  • 110 gr. di zucchero di canna
  • 100 gr. di olio di mais
  • 160 gr. di latte di riso
  • 1 banana
  • 1 cucchiaino di vaniglia bourbon in polvere
  • 1 bustina di lievito (cremor tartaro)
  • 300 gr. di corbezzoli
 Per prima cosa pulire e lavare i corbezzoli e metterli da parte.



Mettere in una ciotola capiente lo zucchero con l'olio e amalgamare con una frusta fino a formare una crema. Aggiungere la farina e l'amido di mais e mescolare bene. Aggiungere gradualmente anche il latte di riso, mescolando con la frusta. Infine aggiungere al composto anche la vaniglia ed il lievito e amalgamare bene.
Versare i corbezzoli nel mixer insieme alla banana e frullare.


Versare il composto di corbezzoli e banana nell'impasto, mescolando bene per incorporarlo.


Imburrare ed infarinare una tortiera, versarci dentro l'impasto ed infornare nel forno precedentemente riscaldato a 170° per circa 40 minuti. Per essere certi che la torta sia pronta fare la prova stecchino, se infilandolo nel centro della torta, quando esce è asciutto, è pronta!
Enjoy! :-)



martedì 12 novembre 2013

La vita emotiva degli animali da fattoria



Circa un mesetto fa mi telefona mia sorella e mi dice: “sai adesso abbiamo anche una maialina” e io: “come una maialina? Ma da dove viene?” E lei mi risponde: “ ce l’ha regalata un nostro amico che è venuto a cena da noi, ha due mesi”.

Ma io dico…..MA COME SI FA A REGALARE UNA MAIALINA!?!?!!!! Ma non è mica un oggetto, un soprammobile o una scatola di cioccolatini che omaggi al padrone di casa! 

Così continuando a parlare con mia sorella al telefono scopro che la maialina proviene da un allevamento da carne, che diventerà circa 300 Kg. e che le è stata regalata per la prossima grigliata! (ovviamente non ho potuto fare a meno di insultare mentalmente – e anche un po’ verbalmente – il cretino in questione!)
Mia sorella, seppur onnivora, non ha intenzione di mangiare la maialina (per fortuna!!!) e l’ha sistemata provvisoriamente in una parte del pollaio in attesa di poter costruire un recinto.
Ovviamente lei e suo marito non sanno minimamente come gestirla, non sanno che i maiali sono animali molto sensibili e molto intelligenti, cerco di sensibilizzarli, inviando loro foto, video, testimonianze di come i maiali  possano essere amichevoli ed affettuosi, se gli si dà la possibilità di relazionarsi.
Premesso che non abitiamo vicini, una settimana fa sono riuscita ad andarli a trovare e a conoscere Pink (così l’hanno chiamata) e mi si è stretto il cuore …. vedere questa dolcissima maialina rosa dagli occhi profondi rinchiusa lì, in quattro metri quadrati è stato tristissimo e il suo bisogno di contatto era molto evidente! Da allora, con molta tristezza, sono tornata a riflettere su come gli esseri “umani” considerino gli animali da fattoria come oggetti a proprio uso e consumo e non come esseri senzienti in grado di provare emozioni proprio come noi.

E mi è tornato in mente un libro che ho letto qualche tempo fa e del quale vi voglio parlare.
Si tratta di “Il maiale che cantava alla luna - La vita emotiva degli animali da fattoria” scritto da Jeffrey Moussaieff Masson.

                                                               Il maiale che cantava alla luna

Su questo libro è stato girato il documentario “La vita emotiva degli animali da fattoria” prodotto da Earth View Production e Animal Place.


Il maiale del titolo è Piglet, una scrofa che viveva sulla spiaggia ad Auckland, in Nuova Zelanda. Piglet era sensibile, intelligente e socievole,  adorava nuotare e le piacevano le grattatine sulla pancia che le davano i bambini che andavano a trovarla sulla spiaggia. La sua vita emotiva era particolarmente evidente, amava la musica e, durante le notti di luna piena, emetteva versi come se stesse veramente cantando alla luna.

Il libro tratta di come gli animali da fattoria, maiali, mucche, pecore, polli siano capaci di sentimenti complessi come l’amore, l’amicizia, la tristezza, il dolore. Viene spiegato come ogni animale da fattoria sia un individuo a sé, con il proprio carattere e la propria sensibilità, proprio come per gli esseri umani. 

L’autore, per la stesura del libro, trae spunto da studi scientifici, dalla storia, dalla letteratura e dagli incontri avuti con allevatori e animalisti.

Nel libro viene descritta la triste vita degli animali da fattoria. Mucche mantenute continuamente gravide per garantire la produzione di latte, alle quali vengono sottratti i vitelli appena nati, per venire poi munte intensivamente per alcuni anni e infine uccise molto prima dell’invecchiamento naturale, perché ormai improduttive a causa dell’intenso sfruttamento. Maiali sedati e mantenuti al buio in enormi capannoni che non possono far altro che mangiare tutto il giorno, ingrassati fino a divenire immobili, costretti a vivere in spazi piccolissimi,  con le code amputate ed i denti estirpati. Pulcini scaraventati in giganteschi capannoni illuminati da luce artificiale, stipati uno addosso all’altro, a vivere la loro breve esistenza di un mese, età in cui vengono macellati. Oche spiumate vive due o tre volte l’anno e poi nutrite forzatamente con lo scopo di produrre il patè de foie gras.

Ma perché siamo così ignoranti riguardo la vita degli animali d’allevamento ed ai loro comportamenti più comuni? Perché ignorarli ci conviene, è più facile distaccarsi da chi stiamo mangiando, se non ne sappiamo niente.

Tutti questi animali, al pari dei nostri animali domestici, dimostrano di avere una complessa ed intensa vita emotiva. Non sempre possiamo vedere queste emozioni, perché non ne siamo capaci o perché non mettiamo gli animali in situazioni in cui possano esprimerle. Tutto questo viene dimostrato dall’autore, attraverso storie di animali salvati dagli allevamenti o da situazioni di maltrattamento ed ospitati nelle fattorie rifugio che ha visitato, luoghi dove possono vivere il resto della loro vita accuditi, rispettati ed amati senza essere sfruttati per la carne, la pelle, le uova, il latte. Attraverso questi racconti affascinanti vengono evidenziati i comportamenti naturali, le regole sociali, l’istinto materno, la capacità di comunicazione, l’intelligenza e l’emotività di questi animali, caratteristiche che possono emergere solamente in un contesto che lo permetta. C’è il racconto di un maiale che salva la sua proprietaria, di un altro caduto in depressione a seguito dell’allontanamento dai suoi amici maiali, di una mucca capace di rispondere a comandi vari come un cane, una capra che corre a chiamare aiuto per liberare una compagna impigliata tra i rovi, un pollo, amico di una anziana gallina quasi cieca, che cade in depressione e si lascia morire in seguito alla morte della gallina.

Queste storie portano a considerazioni che ci impongono una riflessione: è giusto allevare animali per mangiarli? È giusto che un animale, anche ponendo che gli si offra una vita piacevole, venga ucciso per finire sulla nostra tavola? Appurato che anche gli animali da fattoria hanno una vita emotiva e mirano ad essere felici, è giusto segregarli, privarli della loro libertà, privarli della possibilità di esprimere l’istinto materno, mettere in atto pratiche crudeli di vario tipo nei loro confronti e infine ucciderli a nostro uso e consumo? Anche se allevati per essere uccisi, la loro capacità emotiva è la stessa, hanno ricordi, soffrono e provano dolore. Chi siamo noi per escludere con arroganza umana la profondità e l’importanza di questi sentimenti?

Come dice l’autore, la questione non è “che cosa”, ma “chi” state mangiando.

Riporto tal quale la conclusione del libro, in quanto mi pare un’ottima conclusione:

“Soltanto le gigantesche multinazionali traggono profitto da questo disinteresse per gli animali, la salute umana e l’ambiente. Gli animali d’allevamento ci accompagnano ormai da diecimila anni, ma permettiamo loro di vivere come preferiscono solo in minima parte, se non per niente. Il minimo che dobbiamo loro è non distruggere il pianeta dal quale dipendiamo con la nostra avidità miope e l’indifferenza verso la sofferenza umana e animale.  Dobbiamo cambiare idee e comportamenti per noi stessi, per gli animali che abbiamo addomesticato e poi schiavizzato, per le generazioni future, e capire che non si può dormire la notte quando il nostro prossimo,  umano o animale, patisce sofferenze indicibili (a meno che non abbiamo fatto il possibile per alleviare la sua pena). Il prezzo di questo sonno pacifico non è eccessivo; il costo della superficialità, invece, potrebbe essere catastrofico. Per una volta cerchiamo di essere saggi, giusti e compassionevoli. Non ci resta altro da fare.”



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