martedì 29 dicembre 2015

Botti di capodanno, come proteggere i nostri amici pelosi


Si avvicina la notte di capodanno e purtroppo anche i botti....ogni anno petardi e fuochi d'artificio causano feriti e morti sia tra gli umani che tra gli animali!

Grazie alle battaglie di molte associazioni animaliste, fortunatamente negli ultimi anni molti Comuni italiani hanno disposto divieti e restrizioni proprio a tutela dell'incolumità di entrambi.
Quest'anno sono 850 i Comuni che hanno vietato o fortemente limitato petardi e fuochi di artificio. Da segnalare con piacere il caso del Comune di Torino che ha lanciato un video di sensibilizzazione.


Ma purtroppo molte sono le località nelle quali questa dannosissima "tradizione" è ancora permessa.

Sia gli animali selvatici che gli animali che vivono con noi, nelle nostre case, hanno un udito molto più sviluppato del nostro, il cane ad esempio percepisce il doppio delle frequenze che percepiamo noi umani e i gatti addirittura percepiscono gli ultrasuoni e il loro udito è superiore di 1 volta e mezza quello del cane!
L'udito, così come come l'olfatto, negli animali si è molto più sviluppato del nostro grazie alla necessità di doversi procurare il cibo e quindi di dover percepire i suoni di prede anche lontane.
Pertanto i botti di capodanno sono un vero e proprio trauma per cani, gatti e altri animali domestici, uccelli e altri animali selvatici.

Negli uccelli, che riposano sui posatoi notturni spesso in colonie molto numerose, le improvvise detonazioni determinano istintive reazioni di fuga che, unite al buio e quindi alla mancanza di visibilità, causano la morte di molti di essi, soprattutto per eventi traumatici, derivanti dallo scontro in volo con strutture urbane (case, lampioni, automobili, ecc.). 


Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli i botti provocano talmente tanto spavento che alcune femmine gravide possono anche abortire.

Per cani e gatti il pericolo è quello che lo spavento li induca a fuggire da giardini e recinti. Il fragore dei botti, oltre a scatenare negli animali una naturale reazione di spavento, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli così al rischio di smarrimento e/o investimento.

Ecco quindi alcuni consigli per proteggere i nostri amici pelosi:
  • Non lasciamoli mai soli, soprattutto all'aperto. Teniamoli all'interno delle nostre abitazioni o comunque in luoghi familiari e confortevoli, possibilmente non da soli. Ma se devono star soli in casa è preferibile lasciare la luce accesa e un po' di musica che attutirà il frastuono dei botti. Non lasciamo mai libero accesso ai balconi, potrebbero essere visti come disperate vie di fuga.

  • Se restiamo a casa con loro è bene non coccolarli per rassicurarli perchè questa nostra premura confermerebbe loro che qualcosa di pericoloso sta accadendo veramente. E' meglio mostrarsi sereni e cercare di distrarli con giochi e bocconcini.

  • Lasciamogli libero accesso anche ai luoghi che di solito gli sono vietati, sarà così libero di scegliersi un rifugio che percepirà come sicuro.

  • Se abbiamo bambini o ospiti in casa è necessario che sappiano che non devono eccitare inutilmente gli animali e neanche cercare di rincuorarli, è bene essere chiari affinchè lascino a noi la gestione della situazione.

  • Se il nostro è un animale particolarmente agitato è bene somministrargli i fiori di Bach negli ultimi giorni dell'anno, il Rescue Remedy è perfetto somministrato per tre o quattro volte durante la giornata nella dose di 4 gocce per volta.

  • Evitiamo di portarli fuori nelle ore immediatamente precedenti la mezzanotte, se non per il tempo strettamente necessario e sempre al guinzaglio, evitando di liberarli in aree non recintate per evitare pericolose fughe. Assicuriamoci comunque che abbiano la medaglietta con il nostro recapito per facilitare l'identificazione in caso di fuga.

Nella speranza che nasca spontanea in ogni persona la volontà di rispettare gli animali e che questa usanza dei botti possa un giorno essere solo un ricordo e che il Capodanno smetta di essere una notte da incubo per gli animali, vi auguro di festeggiare con sobrietà, ma moltissima allegria, l'arrivo del nuovo anno .....

Buon 2016!

martedì 22 dicembre 2015

Luffa ... eco-spugne da coltivare

Quel che si dice un post "pensato e programmato"! :D
....è da quando ho seminato in primavera i semi di luffa che penso di fare questo post ed ho passato praticamente tutta l'estate a fotografare le piante nel mio orto per immortalare le varie fasi di crescita, maturazione ed essiccazione dei frutti....l'ultima foto l'ho fatta a fine novembre! :-)


Conoscete questa pianta, la luffa cilindrica?


E' una pianta rampicante, della famiglia delle cucurbitacee, di aspetto molto simile ad una zucchina, dalla quale si ricavano delle ottime spugne.


La luffa, nota anche come loofath, si può coltivare nei nostri orti e anche in vaso, è molto rigogliosa e in estate si riempie di fiori e frutti.
 
Si semina  tra febbraio e marzo in semenzaio, possibilmente in luna crescente, come le zucchine e poi si trapianta nell'orto o in vaso, sempre in luna crescente, quando la pianta ha raggiunto i dieci centimetri circa di altezza. 
 

Per velocizzare la germogliazione si possono mettere i semi per qualche ora a bagno in acqua prima di interrarli.

E' una pianta che necessita di molto sole e di parecchia acqua di irrigazione ed essendo una pianta rampicante, bisogna fornirgli un sostegno affinchè si possa arrampicare.


I fiori sono gialli, simili a quelli del cetriolo, ma un po' più grossi. 

I frutti sono verdi, di forma allungata e cilindrica, sembrano una via di mezzo tra le zucchine e i cetrioli; pare che da giovani siano anche commestibili, ma un po' amari....io non li ho mai assaggiati!

Ma per utilizzarli come spugne bisogna aspettare che siano essiccati e che la polpa diventi coriacea, formando una specie di rete fibrosa.


Durante l'essiccazione i frutti passeranno da verdi a marroncini ed è meglio lasciarli seccare direttamente sulla pianta ..... io quest'anno li ho raccolti a novembre perchè il tempo è stato davvero bello a lungo e le piante erano ancora molto vigorose, ma solitamente a fine settembre la pianta ha terminato il suo ciclo e i frutti sono secchi e si possono raccogliere.


Durante l'essiccazione il frutto si disidrata completamente e diventa leggerissimo.


Il frutto, una volta essiccato, deve essere sbucciato e svuotato dei semi che sono all'interno e che possono essere utilizzati per le semine dell'anno successivo.


Per sbucciare il frutto conviene procedere dall'alto verso il basso, partendo dal picciolo e, con l'aiuto di un coltello, eliminare la buccia. Vedrete che per prime verranno via le nervature e poi man mano la "corteccia" che, se sarà ben essiccata, si toglierà facilmente.

Per far fuoriuscire i  semi basta tagliare il fondo del frutto e poi batterlo con le mani e i semi usciranno dal fondo. E comunque se ne rimane qualcuno non c'è di che preoccuparsi perchè quando si taglierà il frutto a fette si potranno eliminare i semi residui.


La luffa, così sbucciata e privata dei semi è pronta per essere tagliata a fette ed essere utilizzata. I frutti più piccoli si possono tagliare in senso longitudinale, anzichè a fette.

Ogni fetta di luffa può essere corredata da un cordoncino naturale per poterla appendere alla doccia o sopra il lavello della cucina, visto che è un'ottima spugna anche per le stoviglie.


Se una volta sbucciati, i frutti dovessero risultare di colore un po' troppo scuro e voi li preferite più chiari, si possono schiarire mettendoli per una decina di minuti in acqua tiepida con un cucchiaio di percarbonato di sodio. Mi raccomando, non utilizzate la candeggina che è inquinante e tossica per la fauna acquatica!


Nella foto qui sopra potete vedere la differenza, nella scatola a destra le spugne al naturale e a sinistra quelle sbiancate.
Comunque a me piacciono così, del loro colore naturale.

La luffa da asciutta è estremamente ruvida, ma una volta bagnata diventa morbida ed è un'ottima spugna massaggiante, perfetta per ottenere un delicato effetto peeling ed eliminare le cellule morte dalla nostra pelle.

Questa è certamente un'autoproduzione tra le più complete ed eco-friendly....praticamente dal seme alla spugna!
E che spugna! Esfolia e rigenera la pelle, dura nel tempo perchè si sciacqua e si asciuga rapidamente senza ammuffire e quando è rovinata si getta nell'umido, in quanto completamente biodegradabile. 


Buona per la nostra pelle e buona per l'ambiente! :-)

Se vi interessa provare a coltivarla e non trovate i semi di luffa fatemelo sapere......posso inviarveli io, ne ho parecchi :-) 


Approfitto di questo post per augurarvi un sereno Natale, che possa portare pace e amore nei cuori di tutti noi. 

martedì 15 dicembre 2015

Cannelloni okara e spinaci

Da qualche tempo ho imparato a fare il tofu in casa, partendo dalla soia e quindi preparando prima il latte e poi il tofu. 
Lo scarto della preparazione del latte di soia, l'okara, lo utilizzo per fare polpette oppure ne utilizzo un po' per farcire le torte di verdure. 
Ho letto che l'okara viene spesso utilizzata anche nei dolci, ma non ci ho ancora provato.
Però mi è venuto in mente che poteva essere un buon ripieno per i cannelloni, insieme agli spinaci, al posto della classica ricotta e così ci ho provato!
Tanto per rendere la cosa un po' più laboriosa :-) ho pensato di fare in casa anche la pasta per i cannelloni......è stato un lavorone, ma ne è valsa la pena, erano buonissimi!


Ecco come ho fatto:

Ingredienti:
 
Per la pasta: 
500 gr di semola integrale di grano
280 ml di acqua 
1 cucchiaino di sale

Per il sugo:
400 gr di passata di pomodoro
1 carota piccola
1cipolla piccola
olio
sale
basilico

Per la besciamella:
500 ml di latte di soia
5 cucchiai di farina integrale
30 gr di burro di soia
sale
noce moscata

Per il ripieno:
400 gr di okara
450 gr di spinaci surgelati
10 gr di lievito alimentare
30 gr di mandorle tritate
20 gr di semini misti macinati (girasole, lino, zucca, sesamo)
sale
pepe

Per la superficie dei cannelloni:
10 gr di lievito alimentare
10 gr di semini di sesamo

Procedimento:

Per prima cosa ho preparato la pasta mescolando la semola con il sale e l'acqua ed impastando energeticamente con le mani sulla spianatoia, fino ad ottenere una palla bella morbida e liscia.


Con questa quantità di semola si ottiene molta più pasta rispetto a quella che serve per i cannelloni, ma visto che si mettono le "mani in pasta", tanto vale farne un po' di più per delle buone tagliatelle, che noi abbiamo mangiato il giorno dopo, condite con il pesto alle arance....lo conoscete?
E' buonissimo e si ottiene semplicemente frullando nel mixer la polpa di un'arancia, 50 gr di mandorle, un cucchiaio di capperi, olio, sale e spezie fresche come prezzemolo, origano e maggiorana. La scorza grattugiata dell'arancia, aggiunta a quella di un limone, si utilizza per aromatizzare ancor più, spolverizzando la superficie della pasta condita con questo profumatissimo pesto.

Ma torniamo ai nostri cannelloni :-)

Con la macchina per fare la pasta, impostata allo spessore 4, ho lavorato l'impasto suddiviso in piccoli pezzi, fino ad ottenere delle sfoglie belle lisce, tagliandole poi della lunghezza giusta. 



Ho tenuto da parte 8 sfoglie per i cannelloni e con le restanti ci ho fatto le tagliatelle.


Ho sistemato le sfoglie su un vassoio ben spolverato di farina e ho messo da parte, mentre preparavo il resto degli ingredienti.

Ho cucinato a vapore gli spinaci per una decina di minuti, li ho strizzati bene e li ho messi da parte a raffreddare.

Ho preparato il sugo facendo un soffritto con la carota e la cipolla  ed ho poi aggiunto la passata e il basilico. Ho fatto cuocere per una mezz'ora. Poi ho spento il fuoco e messo da parte.


Nel frattempo ho preparato la besciamella facendo sciogliere il burro di soia in un pentolino sul fuoco. Poi, a fuoco spento, ho aggiunto la farina, stemperandola nel burro fino ad ottenere una specie di pasta. Quindi ho aggiunto lentamente e mescolando continuamente il latte di soia a freddo, fino ad amalgamare completamente. 
Quando il tutto era ben amalgamato ho messo il pentolino sul fuoco, ho aggiunto sale e noce moscata e, mescolando continuamente, ho fatto raggiungere il bollore e sobbollire qualche minuto fino a raggiungere la giusta consistenza. Quindi ho spento il fuoco e lasciato raffreddare.



A questo punto ho preparato il ripieno in una ciotola capiente, mescolando gli spinaci triturati con un coltello, l'okara, il lievito alimentare, le mandorle tritate, i semini macinati, il sale e il pepe. 




Ho messo sul fuoco una pentola con abbondante acqua salata e, una volta raggiunto il bollore, ci ho messo dentro le sfoglie insieme ad un cucchiaio di olio, per non farle attaccare tra loro. Ho cotto le sfoglie solo per qualche minuto e poi, scolandole una ad una con l'aiuto di una pinza, le ho appoggiate su un canovaccio.


Su ogni sfoglia ho adagiato un po' di ripieno ed ho arrotolato la pasta fino a formare i cannelloni. Man mano che li preparavo li sistemavo in una teglia oliata.


Una volta riempita la teglia, ho versato sui cannelloni il sugo e poi ho ricoperto di besciamella. 


Ho spolverizzato tutta la superficie di lievito alimentare e semini di sesamo.

Infine ho messo a cuocere in forno preriscaldato a 200° per circa 50 minuti.


Una bontà!

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...