martedì 12 gennaio 2016

Alberi, guaritori da salvare

Vedo ovunque nella natura, ad esempio negli alberi, capacità d’espressione e, per così dire, un’anima.
(Vincent van Gogh)



Viali, giardini, parchi cittadini e parchi naturali, filari, boschi, foreste. Alberi. Alberi ovunque, alberi tutto intorno a noi. Alberi sempreverdi, caducifoglie o conifere. Burberi alberi solitari o raggruppati in famiglie. Chi non ha mai visto un albero? 

Eppure, quanti di noi hanno realmente guardato un albero?
Chi ha osservato la geometrica progressione dei rami, chi ha guardato le foglie cambiar colore e cadere, chi ha contato le gemme per poi aspettare che divenissero prima fiori e poi frutti, chi ha passato la mano sulla corteccia per sentirne la consistenza, chi si è seduto su un alto ramo per sentirsi foglia e stormire alla brezza insieme alla chioma, chi ha abbracciato un tronco cercando di percepire lo scorrere della linfa?

Anche se qualcuno può considerarli solo come arredi urbani o complementi di pittoreschi luoghi di vacanza, gli alberi sono vivi. Nascono, crescono, si riproducono e muoiono. Le loro radici sollevano l'asfalto e sbrecciano i muri, ribelli alla costrizione urbana. 
Chi ha avuto la fortuna di vedere un fragile fuscello crescere fino a divenire torreggiante testimone della maestà della Natura può comprendere perché essi siano i simboli della Vita.

Il dono più grande che ci viene dagli alberi è l'ossigeno, attraverso la sintesi clorofilliana; senza gli alberi la vita sulla Terra, così come la conosciamo noi, scomparirebbe!
Ma gli alberi non ci regalano solo ossigeno, colori, profumi, frutti e ombra, ma un'energia intensa e primordiale che ci trasmette il senso ciclico della rinascita.
Quella tra alberi e uomini è una benefica relazione che merita di essere coltivata! 


Le analogie tra alberi e uomini sono molteplici. Gli alberi rispecchiano la natura umana.
Così come l'albero affonda le sue radici in profondità nella terra e da essa trae il nutrimento necessario che gli permette di avere un tronco slanciato e forte per resistere alla forza della pioggia, del freddo e del vento e che, anche se abbattuto, può rinascere, anche l'uomo necessita di forti radici che vanno in profondità per poter poi resistere alle bufere della vita, perchè ciò che ha profonde radici, muore solo in apparenza e ciclicamente rinasce.


Gli alberi ci insegnano ad accettare i cicli della natura.
Così come l'albero sa che dopo l'inverno arriva sempre una nuova primavera, anche l'uomo può imparare a superare con fiducia le stagioni fredde della vita: le delusioni, la tristezza e l'incertezza saranno il preludio di una nuova primavera e quindi di una nuova energia vitale.
Possiamo imparare ad ascoltare le nostre radici immerse nel profondo, l'istinto, l'inconscio e prendendocene cura, attingere alla loro forza, perchè anche noi, come gli alberi, possediamo un'energia senza tempo che ci aiuta a superare qualunque stato d'animo. 


Così come l'albero ha le sue radici nascoste nella terra, dalla quale attinge forza per stagliare il suo tronco nel cielo, allo stesso modo l'uomo ha le sue radici nascoste nell'ombra, che se accettata ed integrata può diventare un centro vitale solido e potente che ci permette di stare nel mondo con equilibrio e resistere agli eventi esterni.


I rami, le foglie e i fiori dell'albero rappresentano per noi i pensieri e gli avvenimenti della vita, che spesso ci fanno soffrire e cadere nella malinconia e ci fanno perdere il nostro equilibrio, ma come foglie e fiori sono destinati ad appassire, morire, cadere e rinascere ciclicamente, così anche i nostri pensieri e gli avvenimenti della nostra vita sono impermanenti e soggetti a ciclicità.


Da sempre la natura esercita un'attrazione profonda sulla psiche umana, un'attrazione forse ereditata dai nostri antenati che nei boschi trovavano cibo e rifugio.
Quel che è certo è che la vicinanza con la natura e con gli alberi in particolar modo, regala un profondo benessere psicofisico.... tutti conosciamo la sensazione di benessere che abbiamo percepito passeggiando in un bosco!


Addirittura anche solo guardare un albero tramite un video o una fotografia ci fa sentire meno tesi, più sereni  e pare che in uno studio decennale sia stato scoperto che i pazienti di un ospedale che potevano guardare gli alberi dalla finestra guarivano più velocemente e con minor necessità di antidolorifici.

Molte sono le eco-terapie che puntano alla riconnessione profonda dell'uomo con la natura, come ad esempio la silvoterapia e l'ortoterapia, particolarmente utili nella gestione della depressione e dello stress conseguente a traumi.

La silvoterapia è un metodo terapeutico olistico di prevenzione e cura delle malattie attraverso gli alberi.
E' una terapia antica quanto l'umanità stessa, ma purtroppo, essendo un metodo di guarigione che necessita di tempo e ricettività, nella nostra società frettolosa e poco attenta alle sensazioni è stata un po' persa.
Abbracciare gli alberi è il consiglio base della silvoterapia, ma anche sedersi appoggiando la schiena al loro tronco o semplicemente soggiornare in luoghi boschivi per ritrovare la profonda connessione con la natura e di conseguenza con sè stessi e con gli altri.



L'aria di un bosco attiva la circolazione sanguigna, aumenta il numero di globuli rossi e facilita la respirazione dei malati polmonari cronici, oltre a migliorare l'ossigenazione del cervello e rafforzare la vitalità.
 
Ma soprattutto possiamo ricevere la forza di un albero e la sua energia senza tempo, semplicemente toccandolo, poggiando i palmi delle nostre mani sul suo tronco, abbracciandolo o sedendoci a terra poggiando la nostra schiena contro il tronco, cercando di restare in uno stato di apertura spirituale.


Basta scegliere un albero che ci attira, che ci suscita emozioni positive, che ci comunica essere il "nostro" albero e la sua energia ci curerà.

Le analogie ed il profondo legame tra alberi e uomini sono tali che in psicologia viene spesso utilizzato un test che consiste nel far disegnare un albero su un foglio con una matita e serve a capire come il paziente proietta all'esterno la propria personalità. Il disegno viene poi analizzato e vengono fatte le varie considerazioni su ogni singolo elemento come ad esempio la presenza o l'assenza di radici, l'altezza del fusto, la presenza di foglie, fiori e frutti, in quale parte del foglio l'albero è stato disegnato, se l'albero è equilibrato o incompleto. E' un test utilizzato soprattutto con i bambini per avere un quadro più completo della personalità.

Disegnare e colorare gli alberi è inoltre terapeutico perchè, oltre all'esperienza del colorare che rilassa ed allontana lo stress, gli alberi ci ricordano che anche nelle nostre radici c'è un'intensa forza guaritrice e colorarli ci aiuta a riscoprirla dentro di noi.

Gli alberi sono insomma veri e propri guaritori senza tempo! 

Anche per questo meritano tutto il nostro impegno per salvarli e proteggerli da questo nostro mondo che costantemente li trascura e li abbatte per fare posto a nuove costruzioni o piantagioni intensive.
Tutti dovrebbero riflettere attentamente prima di tagliare un albero e cercare, ogni volta che è possibile, di piantarne di nuovi.


Le foreste stanno scomparendo a un ritmo preoccupante, un’area di foresta grande come la Polonia scompare ogni anno e questo dipende anche da noi, dalle nostre scelte quotidiane. 

Molte sono le azioni da mettere in pratica nella vita quotidiana per salvare gli alberi, eccone solo alcune:
  • evitare di stampare documenti se non strettamente necessario
  • riutilizzare dall'altro lato i fogli già stampati per farne blocchi per gli appunti
  • acquistare carta igienica, carta da cucina, quaderni e fogli prodotti con carta riciclata (solo per la carta igienica finiscono nel water in Europa oltre 270 mila alberi all’anno!) 
  • riutilizzare i sacchetti di carta del pane o della verdura
  • evitare di acquistare riviste patinate, più difficili da riciclare 
  • riutilizzare la carta ed i sacchetti da regalo 
  • acquistare oggetti in legno che abbiano il simbolo Fsc o Pefc, standard di gestione responsabile delle foreste
  • acquistare il più possibile cibi e altri prodotti venduti sfusi, senza imballaggi o con imballaggi ecologici, preferendo aziende che si distinguono per comportamenti sostenibili
  • piantare alberi e piante se si possiede un terreno o altrimenti piantarne attraverso organizzazioni on line come Treedom
  • convincere i propri aministratori comunali a non abbattere gli alberi esistenti ed a piantarne di nuovi, ad utilizzare negli uffici pubblici carta riciclata e mobili certificati Fsc
Infine è necessario sapere che l’industria della carne è tra i primi responsabili a livello globale della deforestazione. Il disboscamento dell'Amazzonia è in continuo aumento per far posto a coltivazioni di cereali e soia per nutrire gli animali degli allevamenti intensivi per la carne destinata all'occidente. 
Eliminare o ridurre il consumo di carne vuol dire smettere di sovvenzionare la deforestazione, oltre a salvare innumerevoli esseri senzienti e guadagnarci in salute.


LA NATURA CI PARLA (Hermann Hesse)

«Gli alberi sono sempre stati per me i più persuasivi predicatori. Io li adoro quando stanno in popolazioni e famiglie, nei boschi e nei boschetti. E ancora di più li adoro quando stanno isolati. Sono come uomini solitari. Non come eremiti che se la sono svignata per qualche debolezza, ma come grandi uomini soli, come Beethoven e Nietzsche. Tra le loro fronde stormisce il vento, le loro radici riposano nell'infinito; ma essi non vi si smarriscono, bensì mirano, con tutte le loro forze vitali, a un'unica cosa: realizzare la legge che in loro stessi è insita, costruire la propria forma, rappresentare se stessi. Nulla è più sacro, nulla è più esemplare di un albero bello e robusto. Quando un albero è stato segato ed espone al sole la sua nuda ferita mortale, dalla chiara sezione del suo tronco e lapide funebre si può leggere tutta la sua storia: negli anelli corrispondenti agli anni e nelle escrescenze stanno fedelmente scritti tutta la lotta, tutta la sofferenza, tutti i malanni, tutta la felicità e la prosperità, anni stentati e anni rigogliosi, assalti sostenuti, tempeste superate. E ogni contadinello sa che il legno più duro e prezioso ha gli anelli più stretti, che sulla cima delle montagne, nel pericolo incessante, crescono i tronchi più indistruttibili, più robusti, più perfetti.
Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Essi non predicano dottrine o ricette, predicano, incuranti del singolo, la legge primordiale della vita.
Un albero dice: in me è nascosto un seme, una scintilla, un'idea, io sono vita della vita perenne. Unico è l'esperimento e il disegno che l'eterna madre con me ha tentato, unica è la mia forma e la venatura della mia epidermide, unica la più piccola screziatura di foglie delle mie fronde e la più piccola cicatrice della mia corteccia. Il mio compito è - nella spiccata unicità - dare forma ed evidenza all'eterno.
Un albero dice: la mia forza è la fiducia. Io non so niente dei miei padri, non so niente degli innumerevoli figli che ogni anno nascono in me. Vivo fino al termine il segreto del mio seme, non mi preoccupo d'altro. Confido che Dio è in me. Confido che il mio compito è sacro. Di questa fiducia vivo.
Quando siamo tristi, e non possiamo più sopportare la vita, un albero può dirci: sta calmo! Sta calmo! guardami! Vivere non è facile, vivere non è difficile. Questi sono pensieri puerili. Lascia parlare Dio in te e questi pensieri taceranno. Tu sei angosciato perché il tuo cammino ti porta via dalla madre e dalla casa. Ma ogni passo e ogni giorno ti portano nuovamente incontro alla madre. La tua casa non è in questo o quel posto. La tua casa è dentro di te o in nessun luogo.
La nostalgia del peregrinare mi spezza il cuore quando ascolto gli alberi che a sera mormorano al vento. Se si ascoltano con raccoglimento e a lungo, anche la nostalgia del peregrinare rivela la sua quintessenza e il suo senso. Non è, come sembra, un voler fuggire al dolore, è desiderio della propria casa, del ricordo della madre, di nuovi simboli di vita. Conduce a casa. Ogni strada porta a casa, ogni passo è nascita, ogni passo è morte, ogni tomba è madre.
Così mormora il vento a sera, quando siamo angosciati dai nostri stessi pensieri puerili. Gli alberi hanno pensieri di lunga durata, di lungo respiro e tranquilli, come hanno una vita più lunga di noi. Sono più saggi di noi, finché non li ascoltiamo. Ma quando abbiamo imparato ad ascoltare gli alberi, allora proprio la brevità, rapidità e fretta puerile dei nostri pensieri acquista una letizia senza pari. Chi ha imparato ad ascoltare gli alberi non brama più di essere un albero. Brama di essere quello che è. Questa è la propria casa. Questa è la felicità».

16 commenti:

  1. Bellissimo post, condivido quanto hai scritto essendo io nata sì in città, ma vicinissima ai boschi delle colline circostanti in cui, fin da piccolissimi, nostra madre ci portava a raccogliere funghi, castagne, nocciole e i legnetti per accendere la stufa..
    In estate poi il bosco era la meta delle nostre passeggiate, il luogo più fresco dove rifugiarsi nelle giornate afose...conoscevamo quasi ogni albero e li trasformavamo in personaggi immaginari, alcuni anche paurosi...allora ci si divertiva con poco, ma avevamo molta fantasia!!
    Un caro saluto
    Carmen

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    1. Che bello! Tutti i bambini a mio parere dovrebbero essere portati nei boschi ogni volta che si può! Purtroppo al giorno d'oggi tra TV e videogiochi i bimbi stanno davvero poco all'aria aperta a contatto con la natura...ma, come dici tu, con la fantasia di un bimbo, un bosco può diventare un luogo davvero magico!
      Ciao Carmen, buonanotte
      Serena

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  2. Fantastico questo post, davvero! Senza gli alberi che mondo sarebbe? Un bacione

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  3. troppo importanti gli alberi per la nostra vita, la nostra linfa vitale, grazie per avercelo ricordato!!!!Baci Sabry

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  4. Ciao Serena, come sempre i tuoi post sono da leggere, rileggere e meditare.
    Io amo gli alberi, soprattutto quelli grandi e secolari, mi incutono una sorta di rispetto reverenziale, li trovo creature affascinanti e maestose. Ho dedicato loro anche una bacheca su Pinterest e ti ringrazio anche perché con questo tuo post ho fatto incetta di meravigliosi pin.
    Un abbraccio. =)
    Dani

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    1. Anche io adoro gli alberi secolari con quei tronchi contorti, nodosi, segnati dal tempo....è vero davanti ad essi si prova un senso di rispetto reverenziale, quello dovuto agli antichi saggi!
      Bello, vado a vederla la bacheca su Pinterest! :-)
      Un abbraccio anche a te.
      Serena

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  5. E' davvero bello e toccante questo post... Anche io adoro gli alberi... sono uno dei tanti miracoli viventi e sono da proteggere. Io mi commuovo sempre quando vedo in primavera lo spuntare delle foglioline sul nostro albero di cachi. L'abbiamo visto crescere ed è come se fosse parte della famiglia...
    Ti mando un grande abbraccio per una bellissima serata ♥

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    1. Grazie Vivy!
      E' vero, la ripresa della vita in primavera con lo spuntare dei germogli è commovente!
      Un caro abbraccio anche a te!
      Serena

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  6. Sai che gli alberi parlano, è un interessante libro sulla filosofia degli indiani d'America, molto attenti, più di noi occidentali, purtroppo, all'importanza della natura; per l'uomo e per il suo stesso buon vivere.
    I cicli da te analizzati sono un importante contributo a informare e ricordare.
    Un sorriso per il fine settimana.
    ^____^

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    1. Non conosco questo libro, ma dev'essere sicuramente interessante! La tradizione saggia e spirituale degli Indiani d'America ha un profondo amore e rispetto per la vita in generale!
      Grazie per il suggerimento, ne prendo nota per i prossimi acquisti di libri....
      Buonanotte
      Serena

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  7. Questo post è bellissimo, complimenti! Anch'io amo molto la natura e ho provato questi effetti su di me: abbracciare un albero trasmette una sensazione di forza e pace, osservarne le fronde rilassa, e fare una passeggiata in un bosco dona tranquillità e riequilibra le emozioni (almeno così capita a me!)!!! grazie e a presto!

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